Che cosa ha ispirato la Collezione FW 25/26?
Quest’anno, partendo da tutta la ricerca che abbiamo svolto, ci siamo resi conto che è molto divertente stimolare chi guarda i tessuti della collezione, giocando con i dettagli e ci siamo accorti di quanto la soggettività di chi osserva il tessuto porti, alla fine, a un risultato a volte completamente diverso rispetto alle nostre intenzioni iniziali…
Ne abbiamo parlato con Saimon e Gianluca, entrambi Technical designer di Cangioli 1859, che ci hanno raccontato l’approccio che l’intero Team ha avuto rispetto alla stagione Autunno Inverno 25/26.
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Un Approccio eclettico
Definirei la preparazione della collezione di quest’anno come una ricerca di spunti, non basata su un’unica fonte. Ci siamo infatti lasciati trasportare e abbiamo giocato un po’ con le ispirazioni.
Il ruolo del vintage
Abbiamo approfondito diverse situazioni legate ad alcuni capi vintage, cercando stimoli e intuizioni che potessero trarre qualcosa dall’heritage, dal passato, che potesse essere rinnovato o dare continuità a una nuova contemporaneità.
I viaggi e il cinema
Abbiamo fatto alcuni viaggi, concentrandoci su quello che ci trasmetteva la gente per strada. Ci siamo focalizzati su come certe città, o certi ambienti, potessero apparire in anni diversi o nel passato, cercando il mood che quei luoghi trasmettevano.
Abbiamo cercato spunti anche nel cinema e, da un film in particolare, è nato uno dei filoni portanti della collezione. Fuga da Pretoria è stata infatti la scintilla che ha generato questo gioco di approfondimento dei dettagli. Ci ha colpito il modo in cui il protagonista, osservando la chiave della propria prigione dalle mani della guardia, ne riproduceva il disegno attraverso uno skyline per non essere riconosciuto come il profilo di una chiave.
L'elaborazione del concetto
Questa idea è stata molto stimolante e ci ha spinti a elaborare ulteriormente questo concetto di ricerca del dettaglio nascosto.
Rimettendo insieme tutti questi tasselli, come in un puzzle, abbiamo unito ciò che è emerso dalla ricerca cinematografica, dai viaggi e dall’esplorazione dei capi vintage.
“È proprio attraverso questa commistione di diversi elementi che abbiamo costruito l’immagine della collezione invernale.”
Un invito alla scoperta
Tutti questi mattoncini che abbiamo messo insieme vogliono essere un invito per il nostro interlocutore, per fargli capire da dove siamo partiti e invitarlo a toccare il tessuto, a osservarlo da vicino. Ed è per questo che la nostra arte a colori si chiama “Looking for:”
“È un invito ad andare oltre, a cercare i dettagli e rimetterli insieme, senza fermarsi alla sola immagine superficiale.”
Proprio come si gioca con i puzzle, inseriamo i tasselli necessari per ottenere l’immagine completa finale, il messaggio nascosto dietro tutti i dettagli che abbiamo inserito nei tessuti.
Questo dualismo di prospettive, tra immagine in superficie e immagine di dettaglio, può emergere in molte cose, e in questo caso emerge nei nostri tessuti.
Abbiamo infatti sviluppato un gioco di tecnicismi che permette di vedere entrambe le prospettive. Un dualismo che però si rende visibile solo approfondendo, avvicinandosi e ricercando il dettaglio che, da un’analisi superficiale, non si percepirebbe.
Un lavoro di tecnicismi e massima precisione
Da un punto di vista tecnico, ad esempio, abbiamo replicato pieghe e abrasioni di certi tipi di lavorazioni che in realtà non sono strutturali, ma disegnate. Il tessuto sembra piegato o stropicciato, ma quando lo osservi da vicino ti accorgi che il tessuto è integro: è l’effetto della trama che crea questa impressione.
Mettere a punto questo tipo di tecnicismo non è stato banale, poiché volevamo ottenere un risultato davvero “borderline”, ovvero visibile solo a chi avesse un interesse approfondito. Questo ha richiesto molta elaborazione e studio, sia a livello di tessitura che nella scelta dei filati, perché durante lo sviluppo dei prototipi ci trovavamo spesso di fronte a risultati o troppo poco evidenti o eccessivamente appariscenti.
Per andare oltre l'apparenza
Il nostro obiettivo era trovare un equilibrio in cui l’apparenza trasmettesse un messaggio, mentre l’approfondimento potesse rivelarne altri.
Questo concetto ha richiesto molto lavoro e una stretta collaborazione con tutti i vari step della produzione: dalla scelta del filo, alla tessitura, fino al finissaggio. Fondamentale è stata la nostra presenza costante sul campo, andando in tessitura a osservare cosa si produceva, perché è lì che, spesso, nascono idee che in ufficio non emergono.
Diciamo che il messaggio che vogliamo trasmettere è un po’ una provocazione: cercare di essere meno superficiali, non fermarsi alla sola apparenza, ma prendersi del tempo per scendere nel dettaglio e capire quali sono gli elementi nascosti che fanno davvero la differenza rispetto a ciò che ci circonda.
Un messaggio un po’ più profondo, che va oltre il semplice tessuto.
Looking for:
“Looking for:” è un invito aperto. Un incoraggiamento a cambiare prospettiva, a esplorare angoli misteriosi, a guardare oltre le apparenze e scoprire un mondo di meraviglie celato dietro allo sguardo.