Il cotone è una delle fibre più utilizzate nel settore moda, ma non solo: che sia tessuto, filato o cellulosa, le sue applicazioni sono innumerevoli.
Il suo uso ha origini antichissime: le prime testimonianze risalgono a 5000 anni fa in Pakistan e in Messico. Ad oggi sono molti i luoghi dove viene coltivato: America, Cina, Pakistan.
Naturale e versatile, il cotone è ricavato da alcune piante del genere Gossypium. Queste sono in grado di produrre alcuni fiori di colore giallo dai quali nascono frutti che contengono semi rivestiti dalla bambagia che, una volta raccolta e lavorata, dà vita al famoso filato.
La bambagia, una volta aspirata, viene “sgranata” per essere ripulita da tutti i semi prima della “cardatura”, con cui si districano i filamenti per l’ultima fase, quella della “pettinatura”, che invece serve ad eliminare eventuali impurità insieme alle fibre più corte.
Dimmi di che stoffa è e ti dirò quanto durerà nel tempo.
Non tutto il cotone utilizzato dall’industria tessile ha le stesse caratteristiche di qualità e questo dipende principalmente da due fattori:
- Coltivazione: il sempre più crescente fabbisogno di cotone, ha “spinto” i coltivatori ad utilizzare pesticidi, fertilizzanti e OGM per garantire raccolti abbondanti, pertanto è importante, anche se più costoso, prediligere cotone biologico o cotone organico;
- Finissaggi: è sempre preferibile un trattamento naturale alle tecniche di finissaggio chimico usato per dare maggiore luminosità al filato o per renderlo più bianco.
Ma arriviamo alla parte pratica: come riconoscere quello di qualità? Ci sono dei modi più professionali e sicuramente più attendibili.
Il “terroir” del cotone.
La scritta “100% cotone” sull’etichetta genera in tutti l’effetto WOW, ma attenzione, perché questa dicitura non fornisce alcun elemento per capire la qualità della materia prima.
La raffinatezza di un tessuto dipende da diversi fattori, quali la varietà di pianta da cui si ricava, dalla zona in cui viene coltivata e naturalmente da come è lavorata la materia prima. Due capi, entrambi realizzati in cotone, possono essere quindi estremamente diversi tra loro. Le differenze sono percepibili al tocco per la morbidezza, alla vista dal momento che il cotone puro non è mai bianco ottico e i fili sono uniformi.
Fibra lunga vs fibra corta.
Ciò che determina maggiormente un cotone di qualità è la lunghezza della fibra. Più lunghi sono i fili, più si attorciglieranno gli uni agli altri per una maggiore estensione. Di conseguenza, il tessuto in cotone a fibra lunga risulta più liscio e brillante, piacevolmente morbido e fresco al tatto, meno soggetto a stropicciatura, resistente allo sfregamento e duraturo nel tempo.
Per motivi esattamente opposti, più è corta la fibra di cotone maggiori saranno le estremità libere dei singoli filamenti che sporgeranno dal filo cui sono attorcigliati. Il tessuto realizzato con cotone a fibra corta risulterà perciò meno piacevole al tatto, si ricoprirà di pallini nei punti in cui il tessuto è soggetto a sfregamento e col tempo tenderà ad assottigliarsi.
Finezza del filato.
La finezza di una fibra di cotone si misura in micron. Si tratta di un valore importante in quanto una fibra molto sottile permette di realizzare fili a loro volta sottili che, una volta lavorati al telaio, daranno vita a tessuti molto fitti.
Un centimetro quadrato di tessuto realizzato con un filo sottile avrà molti più intrecci della stessa superficie realizzata con un filo più spesso. Il risultato è un tessuto più compatto, uniforme e liscio, meno soggetto a usura.
Certificazione GOTS.
Il Global Organic Textile Standard è riconosciuto come il più importante standard internazionale per la produzione sostenibile di capi e prodotti tessili, realizzati con fibre naturali organiche, come il cotone.
È promosso dalle principali organizzazioni internazionali leader nell’agricoltura biologica al fine di garantire lo sviluppo responsabile e sostenibili nel settore tessile. In particolare, il GOTS verifica e attesta il contenuto di fibre naturali da agricoltura biologica dei prodotti sia intermedi che finiti, il mantenimento della tracciabilità lungo l’intero processo produttivo, le restrizioni nell’uso dei prodotti chimici ed il rispetto di criteri ambientali e sociali in tutte le fasi della filiera produttiva.
In conclusione, verificare la qualità di un prodotto in cotone è un atto di “generosità” e premura verso l’ambiente, gli “addetti ai lavori” che operano lungo la filiera, nonché verso l’utente finale che avrà piena conoscenza del suo capo.